Harry Potter e il Calice di Fuoco by J.K. Rowling

Harry Potter e il Calice di Fuoco by J.K. Rowling

autore:J.K. Rowling [Rowling, J.K.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-01-03T15:00:06+00:00


«Saresti una specie di fantasma superconcentrato» sghignazzò Ron, mentre incrociavano il Barone Sanguinario che avanzava nella direzione opposta, i grandi occhi sinistramente fissi. «Almeno non ci ha dato compiti. Spero che Hermione se ne becchi un bel po' dal professor Vector, adoro non avere da studiare quando lei sgobba...»

Ma Hermione non venne a cena, e non era nemmeno in biblioteca più tardi, quando andarono a cercarla. La sola persona là dentro era Victor Krum. Ron gironzolò dietro gli scaffali per un po', osservò Krum, discusse bisbigliando con Harry se era il caso di chiedergli l'autografo: ma poi si re-se conto che sei o sette ragazze erano appostate nel corridoio lì dietro, in-tente a discutere la stessa identica cosa, e il suo entusiasmo svanì.

«Chissà dov'è andata» disse Ron, mentre lui e Harry tornavano alla Torre di Grifondoro.

«Non so... Guazzabuglio».

Ma la Signora Grassa aveva appena cominciato a scattare in avanti quando un rumore di passi affrettati alle loro spalle annunciò l'arrivo di Hermione.

«Harry!» esclamò ansante, fermandosi di colpo dietro di lui (la Signora Grassa la guardò dall'alto inarcando le sopracciglia). «Harry, devi venire -

devi venire, è successa una cosa incredibile... per favore...»

Afferrò Harry per un braccio e cercò di trascinarlo indietro nel corridoio.

«Che cosa succede?» le chiese Harry.

«Te lo farò vedere quando saremo là... oh, andiamo, presto...»

Harry cercò con gli occhi Ron, che rispose al suo sguardo, incuriosito.

«Ok» disse Harry, seguendo Hermione lungo il corridoio, mentre Ron gli teneva dietro.

«Oh, non fate caso a me!» gridò loro la Signora Grassa, seccata. «Non scusatevi per avermi disturbato! Devo restare qui appesa a occhi aperti finché non tornate, vero?»

«Sì, grazie» gridò Ron al di sopra della propria spalla.

«Hermione, dove stiamo andando?» chiese Harry dopo che lei li ebbe trascinati giù per sei piani ed ebbe imboccato la scalinata di marmo che portava alla Sala d'Ingresso.

«Vedrete, vedrete fra un minuto!» disse Hermione eccitata.

Ai piedi delle scale voltò a sinistra e corse verso la porta che Cedric Diggory aveva varcato la notte dopo che il Calice di Fuoco aveva sputato il suo nome e quello di Harry. Harry non l'aveva mai oltrepassata prima.

Lui e Ron seguirono Hermione giù per una rampa di scalini di pietra, ma invece di finire in un cupo passaggio sotterraneo come quello che portava alla cantina di Piton, si ritrovarono in un ampio corridoio di pietra, ben illuminato da torce, e decorato da allegri quadri che raffiguravano soprattutto cibo.

«Oh, aspetta un po'...» disse Harry lentamente a metà del corridoio. «Aspetta un attimo, Hermione...»

«Cosa?» Lei si voltò a guardarlo.

«So di che cosa si tratta» disse Harry.

Diede una gomitata a Ron e indicò il quadro alle spalle di Hermione. Ritraeva una gigantesca ciotola d'argento piena di frutta.

«Hermione!» esclamò Ron, cominciando a capire. «Stai cercando di in-castrarci in quella faccenda di CREPA!»

«No, no, non è così!» disse lei in fretta. «Non è CREPA, Ron...»

«Hai cambiato il nome?» disse Ron guardandola torvo. «Adesso che co-sa siamo, il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici? Non ho intenzione di piombare in quella cucina per cercare di farli smettere di lavorare, non lo farò.



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